
È possibile avere una sana autostima attraverso un atteggiamento equilibrato e consapevole. Si possono ammettere i propri difetti e le proprie vulnerabilità, riconoscendoli come parte di sé senza che questo comprometta la visione generale e positiva della propria persona. Bisognerebbe apprezzarsi in modo autentico, basando il proprio valore sui progressi personali e non sul costante confronto con gli altri. Accettare il fallimento è visto come un'opportunità di apprendimento, un passo del percorso, senza identificarlo con un giudizio totalizzante su di sé come persona, ricordando a sè stessi che fallire non equivale a essere dei falliti.
In psicologia, l'autostima è definita come la valutazione complessiva, soggettiva ed emotiva, che diamo di noi stessi. L'autostima infatti non nasce dal nulla; è il risultato di un continuo processo di valutazione di noi stessi e delle nostre caratteristiche.
Avere una bassa autostima può influenzare profondamente la nostra vita quotidiana e il nostro equilibrio psicofisico. Sentirsi insicuri del proprio valore, infatti, può renderci più vulnerabili allo stress e causare sentimenti come: solitudine; ansia; tono basso dell’umore; comportamenti alimentari pericolosi.
Al contrario, una sana autostima agisce come un fattore protettivo, rendendoci meno suscettibili alle critiche e meno inclini a sentimenti come la gelosia e l’invidia, spesso provocati dal confronto sociale.
È importante ricordare che l'autostima non è una caratteristica fissa, ma evolve nel tempo e può essere migliorata. In questi casi, chiedere un supporto psicologico può essere un passo coraggioso e trasformativo per iniziare un percorso introspettivo guidato.
Un percorso terapeutico offre uno spazio sicuro per esplorare le origini della propria insicurezza. Approcci come la terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, forniscono strumenti concreti per riconoscere e modificare le distorsioni cognitive che alimentano una bassa autostima.
Psicologa Psicoterapeuta
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